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"Non autosufficienti: no alla liberalizzazione delle rette"

Il segretario piemontese di Rifondazione Comunista - Sinistra Europea Alberto Deambrogio: "La Regione garantisca le convenzioni con i soldi tolti alle spese militari"

CASALE MONFERRATO

“Condividiamo totalmente - ha dichiarato Alberto Deambrogio, segretario regionale piemontese di Rifondazione Comunista – l’indignato appello fatto dalla Fondazione di Promozione Sociale, affinchè la Regione Piemonte non permetta una liberalizzazione di fatto delle rette nelle strutture per pazienti non autosufficienti. In queste ultime l’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) chiede di poter aumentare a dismisura la quota alberghiera, portando al di sotto del 50% la quota sanitaria che dovrebbe invece essere fissata e garantita per legge”.

“Questa nuova forzatura che viene dal lato privato non fa che rimettere al centro la condizione di migliaia di malati e famiglie (15mila ricoveri privati senza convenzione, altri 14mila pazienti che l’aspettano invano per una prestazione a casa) come qualcosa di perennemente invisibile, colpevolmente non affrontata nonostante esista una legge che attraverso i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) dovrebbe garantire diritti certi ed esigibili. Il fatto vero è che, secondo una tragica tradizione che dura da anni, chi ha la voce forte e potente, i gestori privati in particolare, può ottenere risultati da chi governa il Piemonte anche se in cambio non dà nulla. Per le disgraziate famiglie che sborsano più di 3mila euro al mese per il proprio congiunto non rimane che decidere se piegare la testa, o provare a contestare tutto questo collettivamente”.

“I gestori che oggi piangono miseria hanno avuto aiuti continui dalla Regione per anni. Quello che oggi chiedono è un vero e proprio sfondamento del sistema pubblico a loro favore. Noi chiediamo che invece la Regione metta un chiaro stop a queste pretese e si appresti finalmente a garantire per intero la quota sanitaria, ad ampliare le convenzioni e ad assicurare gli assegni di cura.”.

“E’ del tutto evidente che – ha concluso Deambrogio – non si tratta solo di assicurare che le risorse previste vengano indirizzate verso obiettivi obbligatori come la copertura della spesa sanitaria, ma di recuperare nuove risorse. Oggi malati e famiglie devono sapere che la loro condizione, nel mentre viene sbeffeggiata dalla richiesta dei privati, viene e verrà ancora più compressa dall’aumento vertiginoso delle spese militari. Occorre non farsi illusioni sui soldi: o per bombe e armamenti o per la salute dei nostri cari! A partire da questa convinzione saremo in piazza a Torino il prossimo 18 giugno con la Fondazione di Promozione Sociale per gridare la nostra indignazione, per chiedere diritti e non nuove spese militari”.

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