Ieri pomeriggio in una Sinagoga affollata per la presenza in primo luogo di Gad Lerner, di Daniela Dawan autrice de “Non dite che con il tempo si dimentica” e dell’attrice Caterina Deregibus Ayelé, si è aperta la seconda parte di OyOyOy! 2010, il Festival Internazionale di Cultura Ebraica che animerà fino al 21 novembre Casale Monferrato e molte città vicine con una ventina di appuntamenti che coinvolgono personalità di rilievo del mondo dell'arte e della cultura.
Le motivazioni di questa ripresa di OyOyOy!, dopo il successo del programma primaverile, le ha spiegate lo stesso presidente di Monferrato Cult Antonio Monaco: “Un programma autunnale per OyOyOy! ha la possibilità di coinvolgere le scuole e i ragazzi con iniziative che partono da Casale ma interesseranno tutto il Piemonte, insegnanti e studenti di tutte le fasce d’età”. Non a caso al mattino sempre in Sinagoga è stato presentato il progetto Ghescer, il coro rivolto ai giovani appunto e finanziato dall’UCEI col contributo del 5 per mille che creerà una formazione stabile di 30 elementi formata da ragazzi delle più diverse etnie presenti a Casale: primo concerto il 7 dicembre in sala Consiliare.
È stata poi la volta del moderatore della giornata Gad Lerner che – come è stato ricordato da Elio Carmi e Monaco – “è sempre stato presente alle giornate di apertura di OyOyOy!”. Inoltre c'è un motivo particolare che ha spinto Lerner a presentare il bel volume di Daniela Dawan: ha conosciuto l'autrice, avvocato, rivolgendosi a lei per intentare una causa ad un collega giornalista da cui aveva ricevuto dichiarazioni antisemite, causa poi vinta.
Oltre a questa curiosità sono molti gli spunti che hanno portato questo libro a Casale: è un’eccezionale fonte per comprendere il mondo dell'ebraismo nel bacino del Mediterraneo, specie in un epoca complessa come quella degli anni Trenta, ma la storia ha radici in Monferrato… Siamo a Tunisi e la vicenda del protagonista Cesare Orvieto, ripercorre quella di Cesare Ortona, uno zio dell’autrice, medico illustre, fascista e morto suicida, ebreo nato a Casale come pure il nonno che nel 1911 lasciò il Piemonte per andare a Tunisi assoldato dall’esercito italiano, ma – ricorda la Dawan – “ai nipoti parlava sempre della città di Casale”.
Con questa storia riemerge dunque anche la storia della Comunità Ebraica Casalese e secondo Lerner “aiuta i Casalesi a capire come la meravigliosa Sinagoga di Casale è un tesoro che avrebbero rischiato di perdere. Grazie agli Ottolenghi e a poche altre persone questa comunità è ancora viva”. La stessa Dawan ha ammesso di essere “molto emozionata che Cesare – il personaggio del romanzo – sia tornato a Casale Monferrato; egli rappresenta molto liberamente il personaggio di mio zio Cesare Ortona, fratello maggiore di mio nonno, che ha ispirato le mie fantasie di ragazzina”.
Altrettanta emozione è stata trasmessa dall'attrice italo-etiope Caterina Deregibus Ayelé nella lettura dei passi più toccanti del romanzo.