Questo frazionamento patologico delle signorie feudali monferrine è da considerarsi una importante concausa del suo degrado ed indebolimento politico militare che ha contribuito al suo dissolvimento a favore dei Savoia. Soprattutto nell'epoca del dominio dei Gonzaga Nevers, maggiormente dediti alla vita mondana e di corte ed a offrirsi al miglior offerente tra le potenze europee per finanziare i propri svaghi, che non impegnati al governo dello stato nell'interesse del Casato, della popolazione e del territorio.
Questo processo di espansione nobiliare e frazionamento feudale a pagamento proseguì a lungo, per tutto l'Ancien Règime ed anche dopo la restaurazione post napoleonica, quando ormai da tempo il Ducato di Monferrato era stato annesso ai possedimenti dei Savoia, i quali poterono così fregiarsi del titolo di Duchi di Monferrato, da aggiungersi agli altri di cui avevano diritto, alcuni dei quali anacronistici e fittizi.
Questo espediente portò la nobiltà o presunta tale da meno del 2% medio della popolazione nelle epoche medievali ad una vera e propria esplosione statistica in epoca tardo rinascimentale e risorgimentale. Che non è un fenomeno tipicamente italiano, anche se in Italia si è diffuso ed è degenerato fino a livelli parossistici, pervenendo quasi al nulla altisonante, tanto erano effimeri questi titoli e diritti. Più idonei ad appagare velleità vanagloriose e pseudo-onorifiche che non pragmatiche, soprattutto in epoca savoiarda.
Nel dopoguerra con il subentro della Repubblica i titoli nobiliari sono stati vietati (non più riconosciuti) a livello costituzionale e legislativo, anche se gli abusi continuano ad avvenire in quello che potremmo definire una sorta di "mercato nero" del settore dei titoli nobiliari fittizi e minori e degli Ordini pseudocavallereschi, mentre nel Regno Unito continuano ad esservi signorie feudali terriere o rurali denominate "gentry", per distinguerli dai "gentility" che sarebbero i veri nobili insigniti del titolo di "baronetto" (1150 famiglie in tutto) cui si devono aggiungere i "pari" cioè i nobili di rango elevato (duca, marchese, earl o conte, visconte e barone),mentre sono più numerose le famiglie iscritte alla Lordship of manors ed al registro della proprietà terriera, che non rendono il proprietario un pari o un nobile, pur essendo le loro proprietà fondate su diritti feudali simili alle baronie rurali, spesso oggetto di compravendita, ed hanno semplicemente diritto ad uno stemma di famiglia.
Occorre tenere conto che i significati e le gerarchie non sono univoche, ma variano nel tempo e secondo le aree geografiche in cui gravitavano i principali regni. Ad esempio il titolo di Patrizio (ad es. Veneziano o Genovese) poteva essere molto ambito e preferito anche da rappresentanti dell'Alta Nobiltà e quello di Duca poteva essere superiore a quello di Principe. Inoltre ciò che contava nella valutazione complessiva oltre al titolo era il prestigio della dinastia o casata di appartenenza, le alleanze, protezioni e parentele acquisite coi legami matrimoniali, il patrimonio posseduto, il valore dei feudi, l'importanza dei ruoli istituzionali di cui si era investiti, ecc..
Alla base della nobiltà, soprattutto rurale, vi erano anche i Signori e Consignori (nella gerarchia nobiliare sono interposti tra il Nobile ed il Barone),che come ho descritto nel testo potevano essere molteplici in ogni singolo feudo o aventi diritti su feudi microscopici (quali le “masserie” o frazioni di borghi e villaggi) o fittizi ed ad personam (i titoli in tal caso erano equivalenti alle onorificenze).
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