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'San Benedetto, la rondine sotto il tetto'

Turino: 'Quando eravamo piccini e andavamo a scuola con la cartella a tracolla e in tasca la mela...'

CASALE MONFERRATO

“21 marzo, San Benedetto. Implacabile e puntuale come il destino, il Maestro Cattaneo ogni 21 marzo ci affibbiava il tema in classe “San Benedetto, la rondine sotto il tetto”( in caso di neve – succedeva. “neve marzolina , dura dalla sera alla mattina”). Quali sforzi di fantasia ogni anno per fare un tema diverso, perché il maestro Cattaneo quello dell’anno prima se lo ricordava perfettamente errori di ortografia compresi.

E allora giù con “i ciliegi in fiore che presto matureranno e sarà una gioia ed una festa mangiare quei bei frutti rotondi e rossi che sembrano biglie di vetro …” (“paragone barocco!!! “! Che sembrano biglie di vetro sottolineato con segno rosso ondulato e tirata d’orecchie); qualche volta ci scappava anche un “cigliegi” e lì erano guai seri che chi non è mai stato sollevato da terra appeso alle basette non può nemmeno immaginare…

“A me mi piacciano tutte le ciliegie ma soprattutto le amarene, dette anche visole, ed i graffion, anche se questi hanno dentro il gianin ma mio nonno dice che è tutta salute… (Quell’ “a mi “ aveva una feroce sottolineature in blu che forava il foglio e che probabilmente aveva rigato anche la scrivania…).

“Le rondini si dividono in rondini e rondoni e la differenza sta appunto nel fatto che i rondoni sono rondoni e le rondini rondini. Hanno becco lungo e grazioso e la coda che sembra una forbice aperta; un mio amico che fa la quinta mi ha detto che è una coda ad ipsilon, io ho risposto “ah!” come se avessi capito ma non so cosa sia la ipsilon, se non che è fatta come una coda di rondine. Le rondini quando è autunno si radunano, volano un po’ sul cielo per salutarci e dirci arrivederci ; e poi partono e vanno verso terre dove d’inverno non nevica e nemmeno c’è la e la galaverna. Vanno e vanno sorvolando il mare e poi, quando scorgono una nave, si abbassano e si posano sopra ai suoi alberi per riposarsi…Sono intelligenti le rondini, ma c’è da dire- come mi ha spiegato mio nonno che ha visto molte cose ed è stato a Caporetto- - che quando uno è stanco le studia tutte pur di riposarsi un po’. Poi quando da noi fioriscono le viole, fanno il viaggio al contrario e per il 21 marzo sono tutte qui a festeggiare San Benedetto dove ritrovano il loro nido sotto il tetto (io in verità ho visto anche nidi sotto i cornicioni, e sopra le travi della stalla del barba Modesto…).

“L’arrivo delle rondini ci riempie, come ci ha spiegato il signor Maestro, il cuore di gioia e la vita di speranza ( mio nonno, che ha fatto Caporetto, dice che “Chi vive sperando muore …”, e qui non posso scrivere la parola che dice mio nonno se no domani devo venire a scuola accompagnato dal papà…”

“Aspetto sempre con ansia San Benedetto, perché è il primo giorno di primavera, perché da domani il giorno è più lungo della notte, e perché tornano le rondini che aiutano l’uomo perché mangiano anche i moschini…ma soprattutto mi piace San Benedetto e le rondini perché in questi giorni la mia nonna va nei prati a raccogliere le erbette e poi fa l’insalata con le uova sode…”.

(Il signor Maestro, constatata la nostra gioia per le rondini che tornano per San Benedetto, ci dettava una poesia da studiare a memoria: due strofe per anno Iniziava così (s.e.e o.)

“Rondinella pellegrina / che ti posi in sul verone / ricantando ogni mattina/
quella flebile canzone, /che vuoi dirmi in tua favella/ pellegrina rondinella? “

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(Ora , anche volendolo, i Maestri non potrebbero più dare quel tema perché le rondini a San Benedetto …non c’è nemmeno l’ombra e, quando arriveranno, saranno rare come mosche bianche.)

Già… , ma il tema di cui sopra è di quando eravamo piccini e andavamo alla scuola, con la cartella a tracolla ed in tasca la mela… che mangiavamo senza nessun rischio con la buccia e ogni tanto ci fermavamo a bere l’acqua limpida dei ruscelli…

Gianni Turino
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