“Pensate cosa sarebbe Casale Monferrato senza la presenza della Chiesa e del Cristianesimo, senza il Duomo e le altre bellissime chiese: sarebbe come togliere l'anima a questa città”.
Sono le parole del vescovo Gianni Sacchi nel suo incontro con il consiglio comunale, avvenuto venerdì pomeriggio, alle 18: il secondo, dopo che il primo era avvenuto nel maggio 2018, pochi mesi dopo il suo insediamento: “Qui mi sento tra amici”, ha detto.
Ad accoglierlo il presidente Fiorenzo Pivetta e il sindaco Federico Riboldi, reduce – nella veste di vicepresidente della Provincia – dal funerale dei tre vigili del fuoco deceduti nella tragedia di Quargnento: e proprio con un commosso minuto di silenzio in memoria delle tre vittime si è aperta questa speciale seduta consiliare.
Riboldi lo ha salutato ricordando l'importanza del dialogo tra “Stato e Chiesa, ognuno nei rispettivi ambiti senza confusione. Anche perché il cittadino e l'uomo religioso sono spesso la stessa persona”.
Il discorso del vescovo (“Non una predica – ha precisato, scherzando – quella la farò a Sant'Evasio”) è stato focalizzato soprattutto sul concetto di bene comune, senza dimenticare altri temi che gli stanno a cuore come la denatalità di questo territorio: “Impariamo tutti ad amare di più la nostra città con passione disinteressata. Noi stiamo restaurando la facciata del Duomo e penso a come sarebbe San Domenico con il suo bellissimo chiostro completamente restaurata, e poi alle chiese di San Paolo e di San Filippo (che ho dovuto far chiudere sempre per restauri) con l'auditorium, anch'esso chiuso, per il quale vorrei che ci fosse una soluzione condivisa con la città”.
E poi: “I beni pubblici sono quelli da cui dipende la felicità di una persona: non da un telefonino, da un divano, una televisione, un'automobile. Fra le persone deve prevalere il valore del 'noi': quando l''io' diventa così ipertrofico da prevalere sul 'noi', da distruggerlo, allora si esaurisce l'erba su cui pascoliamo tutti: costruiamo sempre relazioni autentiche, per realizzare un autentico bene comune”.