Dal nostro lettore Gian Carlo Curti riceviamo e pubblichiamo integralmente questa riflessione:
“Langhe – Monferrato – Roero stanno ormai quasi spopolando sulle televisioni, sui Media, su pubblicazioni varie. Dapprima Langhe e Roero ai quali si è aggiunto Monferrato. Il Monferrato è sempre più conosciuto e sta apportando un aumento di turisti”.
“Il Monferrato da sempre, e non solo di fatto ma storicamente, identificato con Casale Monferrato, da qualche tempo viene progressivamente “affievolito” in questa definizione identitaria per assumere descrizioni e connotazioni che la “storia” della realtà propriamente appunto tramanda da sempre e diversamente. Occorre con certa sollecitudine, con un certo impegno e con decisa volontà, agire con dichiarazioni e fatti opportuni per invertire una ‘rotta’ che da problematica, possa percorrere una strada definitiva”.
“Fra gli aspetti da indicare, per andare molto ed autorevolmente nel passato dei tempi, citiamo Dante Alighieri come ci viene ricordato quotidianamente ricordato dalla targa tipo “libro aperto” che l’Istituto. S. Cesare Balbo – Liceo Classico – classi III A e I B anno 2016 di Casale Monferrato, ha collocato ai giardini Egidio Ortona di P.zza Dante (P.zza Martiri della Libertà)”.
Targa restaurata il “Dante di’” del 25 marzo 2020. Una riproduzione del testo dantesco in cui è scritto:
A) a sinistra “” Casale
Paradiso XII, 121 – 124
Ben dico, chi cercasse a foglio a foglio
nostro volume, ancor troveria carta
u’ leggerebbe "I’ mi son quel ch’i’ soglio"”;
ma non fia da Casal né d’Acquasparta,””. Il riferimento a
‘Casal’ riguarda Ubertino da Casale, uno dei personaggi principali del romanzo “Il nome della rosa” di Umberto Eco.
B) a destra “”Monferrato - Purgatorio VII, 133 – 136
Quel che più basso tra costor s’atterra - guardando in suso, è Guiglielmo marchese - per cui e Alessandria e la sua guerra - fa pianger Monferrato e Canavese.””
“Il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” nel luglio 2017, in una descrizione grandemente meritevole e qualitativamente elevata, ha ricordato il Convegno su Guglielmo VII Gran Marchese di Monferrato avvenuto a Frassineto Po (- Palazzo Comunale – Sala Consigliare -) il 31 agosto 2014 scrivendo:
“”“Il marchese di Monferrato Guglielmo VII (1240 – 1292) rivestì un ruolo di primo piano tra i più illustri principi del Duecento tanto da meritarsi l’immortalità grazie ai versi che gli dedicò Dante Alighieri nel VII canto del Purgatorio. Malgrado ciò la fama del “Gran Marchese” resta confinata all’episodio più inglorioso della sua vita: la cattura, con l’inganno, da parte degli Alessandrini e la prigionia – proprio tra le mura di Palatium Vetus – “in una gabbia” che pose fine alla sua esistenza. Davvero poca cosa se confrontata a un arco temporale di una trentina di anni in cui Guglielmo recitò un ruolo da protagonista nell’Italia nord occidentale, divenendo Signore o capitano di importanti Comuni quali Alba, Alessandria, Asti, Brescia, Casale, Como, Cremona, Genova, Ivrea, Lodi, Mantova, Milano, Novara, Pavia, Torino, Vercelli, Verona, svolgendo un’incessante attività politica anche in ambito francese e spagnolo e ponendo le basi, attraverso il matrimonio delle figlia, per la venuta in Monferrato dei Paleologo, imperatori di Bisanzio”””…
“E veniamo ad un importantissimo… dunque! Dante Alighieri 800 e più anni fa, in poche righe illumina le posizioni di Alessandria, del Monferrato, del Gran Marchese dalle quale emerge in modo prorompente che Guglielmo VII fu il Signore dell’intero Monferrato, e che Alessandria non solo non era Monferrato, ma di esso era nemica! Con Dante siamo a cavallo 1200 - 1300. Nel 1215 Alessandria trafugò dal Domo casalese le Reliquie di Sant’Evasio oltreché il Galletto segnavento posto sul campanile del Duomo casalese. Nel 1403 il condottiero Facino Cane, saccheggiò a sua volta Alessandria riportando a Casale le Reliquie di Sant’Evasio e sottraendo il grande Crocifisso dal Duomo alessandrino e che ora campeggia nella Cattedrale casalese: non riuscì invece a riprendere il Galletto che in copia svetta sul Municipio di Alessandria ed il cui originale è custodito nel Museo alessandrino”.
“Concludendo vorremmo che questo “concetto”, e cioè che: altro era ed è Il Monferrato, ed altro Alessandria che non fu mai, in tutti gli ultimi 800 anni circa né lo era prima, né lo è oggi (ovviamente),neppure parte del Monferrato, venisse messo bene in evidenza da coloro che scrivono e parlano, cosa che non pare affatto che avvenga. Da ricordare, incidentalmente il Castello dei Paleologi, e la Cittadella per la quale è scritto su documenti vari: ‘1696 Casal Capitale du Monferrat. Sa citadella è la meilleur d’Italie’.
“Una giusta, esatta, storica collocazione di Casale Monferrato – riconosciuta nei secoli come l’unica vera Capitale del Monferrato -, avrebbe una efficacia turistica di ben maggior rilievo rispetto alla semplice affermazione che Casale Monferrato fa parte del Monferrato: ovvio! «Elementare, mio caro Watson!»«Oh, this is elementary, my dear Watson», così si può ben dire parafrasando la celebre frase di Sherlock Holmes”.
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A) a sinistra“” Casale Paradiso XII, 121 – 124.Ben dico, chi cercasse a foglio a foglio nostro volume, ancor troveria carta u’leggerebbe "I’ mi son quel ch’i’ soglio"” ;ma non fia da Casal né d’Acquasparta,””
B) a destra“”Monferrato -Purgatorio VII, 133 – 136. Quel che più basso tra costor s’atterra guardando in suso, è Guiglielmo marchese per cui e Alessandria e la sua guerra fa pianger Monferrato e Canavese.””