'Il blocco delle assunzioni mette in difficoltà la sanità regionale'

Secondo Alberto Deambrogio 'in sofferenza anche i servizi offerti dall'Asl Al'

TORINO

Il recente blocco delle assunzioni, adottato in Regione dalla giunta guidata da Roberto Cota metterebbe in seria difficoltà la sanità piemontese. È quanto afferma l’esponente casalese di Rifondazione Comunista, ex consigliere regionale, in questo intervento che pubblichiamo integralmente.

“Il recente consiglio regionale straordinario chiesto dalla Federazione della Sinistra con Eleonora Artesio – dice infatti Deambrogio – è servito per mettere a nudo, al di là delle giustificazioni congiunturali addotte dal centro destra, la ricaduta sui servizi della delibera di blocco orizzontale delle assunzioni in sanità”.

“La delibera del 30 aprile scorso – continua Deambrogio – non tiene conto delle diverse esigenze presenti nelle aziende e, se la si legge bene, è basata sull’esigenza di rientro da un deficit datato 2004. Una cosa ben nota a chi nel recente passato ha dovuto fare i conti con quel simpatico regalo della giunta Ghigo. Devo dire a onor del vero che, pur impegnata su quel versante, nel primo trimestre 2009 di fronte a dati di bilancio simili a quelli del primo trimestre 2010, la giunta di centro sinistra non operò nessun blocco delle assunzioni, tanto meno un blocco orizzontale uguale per tutti in tutte le situazioni”.

“Lo stop alle assunzioni – continua ancora Deambrogio – ha già fatto danni su una pluralità di servizi e ha messo in condizioni di disagio utenti e vincitori di concorsi, che si son visti, da un momento all’altro, relegati in un limbo incomprensibile. Ora i Direttori generali delle aziende sono impegnati a presentare piani di rientro da far vagliare all’assessorato e, come vedremo, la misura sul personale rischierà di passare da provvisoria a definitiva in molti casi. Se prendiamo, ad esempio, l’Asl – Al in cui saranno assicurate solo risorse pari a quelle erogate nel 2009 con una copertura del turn over del 75% circa, sarà facile dedurre una sofferenza in alcuni comparti come quello infermieristico, fisioterapico o degli operatori socio sanitari”.

“I servizi continueranno, certo, grazie alla dedizione del personale esistente – conclude Deambrogio -, ma con difficoltà sempre maggiori. Dopo il colpo dato dal Patto per la Salute, con cui il Governo non ha riconosciuto il tasso di invecchiamento piemontese depennando risorse per circa 65 milioni di euro, ora assaggiamo l’inizio delle politiche sanitarie regionali. Le quali peraltro, seguendo le dichiarazioni di Cota, dovranno dire (quando?) quali tagli strutturali intendono fare per eliminare macroscopici sprechi non visti in passato, ma non sfuggiti all’occhiuta compagine a guida leghista”.

Redazione On Line
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