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'Perché diciamo no all'immagine scelta dalla Lilt per la campagna Nastro Rosa 2015'

L'associazione Voci della Memoria: 'Ha lasciato sbigottiti donne e uomini in tutta Italia, sembra la pubblicità di un reggiseno push up'

CASALE MONFERRATO

Dall'associazione Voci della Memoria riceviamo e pubblichiamo integralmente questa lettera relativa all'immagine scelta dalla Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) per pubblicizzare la campagna Nastro Rosa 2015 per la prevenzione del tumore al seno (i volontari della Lilt sono in queste ore in piazza Mazzini): “Il 29 ottobre su Casale News – scrivono da Voci della Memoria è apparso un articolo relativo al punto informativo in piazza Mazzini, organizzato da Lilt Casale, presso il quale saranno a disposizione i volontari per fornire indicazioni in merito alle principali metodiche di screening nell'ambito campagna a favore della prevenzione del tumore al seno per l'edizione 2015 della Campagna Nastro Rosa. Se da una parte non possiamo che elogiare Lilt Casale e invitare più donne possibile ad aderire ai programmi di prevenzione della regione (Prevenzione Serena),dall'altra vogliamo ribadire il nostro netto no alla campagna nazionale della Lilt Nastro Rosa 2015”.

“L'ultima campagna lanciata due giorni fa – prosegue la lettera di Voci della Memoria – infatti, sembra l’ennesima pubblicità di un reggiseno push-up dove la figura femminile, svestita a braccia conserte a coprire in parte il seno con Anna Tatangelo testimonial, ha lasciato sbigottiti donne e uomini in tutta Italia”.

“La misura è colma, in quanto speculare usando l’immagine di un nudo femminile, a tutto favore del marketing, non è accettabile. Non lo dovrebbe essere mai, a maggior ragione quando quando si affrontano temi legati alla salute, il tutto legato a sponsor come Peugeot e Nestlè che in materia sono decisamente discutibili (ndr eufemismo)”.

“Così è partita una campagna e una lettera aperta alla LILT e al Ministro Lorenzin, alle quali Voci della Memoria Casale Monferrato ha già formalmente aderito, per dire basta una volta per tutte, perché il Corpo delle donne merita più rispetto”.

LETTERA APERTA ALLA LILT E AL MINISTRO BEATRICE LORENZIN

Spettabile Lega Italiana per Lotta ai Tumori (LILT) Nazionale,

Gentile Ministro della Salute Beatrice Lorenzin,

le sottoscritte desiderano esprimere profondo sconcerto di fronte alla Campagna Nastro Rosa 2015, la cui testimonial è una nota cantante ritratta a torso nudo, con le braccia a coprirne in parte i seni. Una posa che rappresenta un salto di qualità, di segno negativo, rispetto alle edizioni precedenti della campagna. Negli anni passati, infatti, a rappresentarla erano state scelte donne, sempre appartenenti al mondo dello spettacolo o dello sport e non colpite dalla malattia, che, tuttavia, erano state ritratte vestite e in atteggiamenti più consoni al tema. Per l’anno in corso, invece, la campagna punta ad offrire un’immagine sessualizzata e trivializzante della malattia, utilizzando in maniera pretestuosa l’invito a “fare prevenzione”, espressione ambigua con la quale ci si riferisce comunemente all’adesione ai programmi di screening per la diagnosi precoce del cancro al seno attraverso mammografia. Anche a livello nazionale dunque la LILT ha scelto di avvalersi di un uso strumentale del corpo femminile, come è già accaduto negli anni scorsi per campagne di gusto per lo meno dubbio, quali quelle promosse ad esempio dalla sezione di Torino che, nell’ottobre del 2014, ha patrocinato l’iniziativa Posso toccarti le tette?

Desideriamo ricordare che solo nel 2012 sono morte di cancro al seno 12.004 donne (dati Istat) e  nel 2014 si sono registrate 48.200 diagnosi tra la popolazione femminile del nostro paese (dati Aiom-Airtum). La patologia colpisce, inoltre, sebbene in misura minore rispetto alle donne, anche gli uomini. I programmi di screening si rivolgono alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni alle quali si raccomanda di effettuare una mammografia ogni 2 anni. La morte per cancro al seno sopravviene a seguito della diffusione dal seno ad altri distretti corporei (ossa, fegato, cervello e polmoni nella maggioranza dei casi).

Cosa ha a che fare l’immagine di una donna chiaramente al di sotto della fascia d’età per la quale sono designati i programmi di screening con la “prevenzione”? Perchè concentrare l’attenzione del pubblico sul suo décolleté florido (a cui fanno da contorno gli addominali scolpiti) se il rischio di morte si presenta solo nel caso in cui la patologia interessi altri organi? 

Una risposta la offrono i marchi di noti prodotti di consumo in calce al manifesto che pubblicizza la campagna. Tra questi, quello della nota casa automobilistica Peugeot. Studi scientifici recenti  dimostrano l’elevata incidenza del cancro al seno tra le donne impiegate nella produzione di materie
plastiche per il settore automobilistico. Evidenze che hanno portato, nel 2014, l’American Public Health Association a chiedere alle massime autorità sanitarie degli Stati Uniti di porre in essere politiche di prevenzione atte a ridurre drastricamente l’esposizione a sostanze associate al cancro al seno sui luoghi di lavoro.

La partnership tra LILT e Peugeot si configura chiaramente come un caso di pinkwashing, termine con cui si indica la pratica di pubblicizzare e/o vendere prodotti che aumentano il rischio di ammalarsi di cancro al seno, attraverso ingredienti e/o processi di lavorazione, collegandoli a campagne di sensibilizzazione o a raccolte fondi per la ricerca. Una strategia di marketing tristemente diffusa e che risulta estremamente efficace proprio perchè il cancro al seno offre la possibilità di esporre il seno femminile per finalità benefiche, attirando così l’attenzione del pubblico di ambo i sessi.

Chiediamo pertanto il ritiro della campagna Nastro Rosa 2015 che consideriamo lesiva della dignità e della salute delle donne.

Distinti saluti, le promotrici

SANDRA CASTIELLO- docente di latino e greco, Pagina Facebook Col seno di poi ma col senno di sempre

GRAZIA DE MICHELE – disoccupata, Blogger di Le Amazzoni Furiose

ALBERTA FERRARI- chirurga senologa, Blogger di Ferite Vincenti

DANIELA FREGOSI – consulente e formatrice freelance, Blogger di Afrodite K

EMMA SCHIAVON- insegnante e storica

CARLA ZAGATTI- psicologa e psicoterapeuta

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