Palazzetti: 'Casale Monferrato è morta un'altra volta'

Il commento del sindaco e della giunta alla sentenza di Cassazione. Le immagini della manifestazione della mattinata

CASALE MONFERRATO

«Casale Monferrato è morta un’altra volta». Queste sono state le prime parole del sindaco Titti Palazzetti dopo la pronuncia di ieri sera della Corte di Cassazione di Roma. Una pronuncia che ha visto annullare le precedenti sentenze di condanna nei confronti dell’ultimo colpevole, lo svizzero Stephan Schmidheiny. Un risultato inaspettato. Come inspettato è stato l’intervento del Procuratore Generale della Cassazione Francesco Iacoviello, che ha chiesto di dichiarare prescritto il reato di disastro ambientale doloso. Di seguito le dichiarazione del sindaco Titti Palazzetti, a nome di tutta la Giunta comunale, composta da: il vice sindaco Cristiana Fava, Sandro Teruggi, Francesco Martinotti, Carlo Gioria, Ornella Caprioglio, Luca Gioanola e Daria Carmi.

“Sono ore di sconcerto e di dolore per Casale Monferrato. Siamo di fronte a un enorme e catastrofico fallimento del nostro Paese e della sua capacità di fare giustizia. Nessuno di noi può concedersi però il lusso di fermarsi, di fare silenzio. Ora bisogna ripartire, dopo questa profonda amarezza: a Casale Monferrato ogni anno muoiono 50 persone di mesotelioma, perché in troppi cortili e in troppi tetti c'è il polverino. Un prezzo troppo alto, quello che stiamo pagando. Quindi la domanda non è come stiamo, ma cosa possiamo e dobbiamo fare ora”.

“Sul piano finanziario, poi, è una situazione disastrosa, dobbiamo affrontare il nostro nemico con mezzi economici sempre più ridotti. La nostra battaglia sarà combattuta, però, con sempre più determinazione. In questi primi mesi di lavoro, infatti, con una mobilitazione politica e istituzionale senza precedenti, siamo riusciti a ottenere l'esclusione dei fondi per le bonifiche dal tetto del Patto di stabilità”.

“Questo però non basta. Chiederò dunque di essere ricevuto dal Presidente del Consiglio, insieme con il Ministro dell'Ambiente e la Regione Piemonte, per concordare nuove iniziative volte a garantire le coperture finanziarie necessarie alla bonifica nei prossimi anni e a valutare ogni possibile ulteriore azione legale”.

“Oltre alla battaglia sul piano giuridico, sarà intrapresa anche la battaglia politica, insieme ai parlamentari, per fare fronte a questa incresciosa tematica della prescrizione dei reati ambientali. Con questa sentenza non si fa altro che dare una giustificazione alle multinazionali che, arrivate in Italia, possono sfruttare le materie prime e i lavoratori, inquinare, uccidere e restare impuniti”.

“C’è da sottolineare che Casale Monferrato ha fortemente rifiutato un patto scellerato, quello proposto da Schmidheiny per uscire dal processo, portando 18 milioni di euro nelle casse del Comune. La scelta della città è stata presa perché si è voluto credere nello Stato, per rispettare la memoria delle vittime e perchè 18 milioni erano e sono briciole in confronto al reale impegno finanziario necessario per la bonifica. Proprio alla luce della sentenza di Cassazione siamo convinti di aver fatto la scelta giusta rifiutando quel patto indegno. Accettare ci avrebbe in qualche modo fatto complici di una sentenza vergognosa”.

“Ora, invece, possiamo continuare a lottare a testa alta, con determinazione, raccogliendo tutte le forze politiche, sociali, imprenditoriali che oggi condividono il nostro stesso sconcerto. Insieme dobbiamo cercare di trasformare la rabbia di queste ore in idee ed energie per strappare la città alla minaccia dell'amianto e riaffermare, fino all'ultimo, il diritto alla vita di ciascuno e il valore supremo della legalità e della convivenza civile”.

Redazione On Line
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