Lunedì 28 aprile ricorre la Giornata Mondiale delle Vittime dell'Amianto. Ricordiamo che in Italia i decessi per patologie amianto-correlate sono circa 3.000 all'anno di cui i mesoteliomi (tumore dell'amianto) hanno raggiunto i 1.500 annui, a Casale Monferrato i 50. Il picco si prevede verso il 2020. La reazione decisa e molto partecipata degli ammalati, dei famigliari, della popolazione è stata determinante per il raggiungimento di importanti obiettivi per la Giustizia – Ricerca – Bonifica. Il Piano Governativo sull'amianto dello scorso anno deve essere ancora sbloccato dal Governo.
Le celebrazioni a Casale – organizzate da Afeva, sindacati e comitato Vertenza Amianto – cominceranno alle 17 di lunedì con l'inaugurazione al Castello del Monferrato della 'Mostra dei lavori sull'amianto e altro', eseguiti da tutte le scuole del territorio, a cura della rete 'Scuole Insieme'.
Il giorno dopo, martedì 29 aprile, l'associazione teatrale Nuovo Palcoscenico e il Casale Coro presentano, al Teatro Municipale, 'Impero di polvere – Il più grande processo', introdotto da Rosalba Altopiedi – Università di Torino – Consulente Processo Eternit. Il testo dell'opera teatrale “Impero di polvere” è tratto dagli atti del Processo Eternit. Sul palco, fra gli attori ed i coristi ci sono anche famigliari delle vittime. La sensibilità e l'impegno sul tema della lotta all'amianto vede quindi protagonisti anche il mondo della scuola, dello spettacolo, della musica e della cultura. Questi straordinari contributi danno una particolare forza e qualità a questa battaglia di civiltà. Lo spettacolo sarà messo in scena alle 10 in una rappresentazione riservata alle scuole e replicato alle 21 per la cittadinanza (biglietto a 7 euro). Di seguito la scheda di presentazione dello spettacolo a cura del regista Giuseppe Costantino.
Infine, mercoledì 7 maggio, al Salone Tartara, alle 21, è in programma il 'Nessun dorma 2.0' con Paolo Bonfanti, Giubbonsky e le loro band per una serata di musica e filmati, lotta e solidarietà contro l'amianto per giustizia, ricerca e bonifica.
IMPERO DI POLVERE – NOTA DEL REGISTA GIUSEPPE COSTANTINO
Il testo dell'opera teatrale “Impero di polvere” è tratto dagli atti del Processo Eternit. Sul palco, fra gli attori ed i coristi ci sono anche famigliari delle vittime.
La sensibilità e l'impegno sul tema della lotta all'amianto vede quindi protagonisti anche il mondo della scuola, dello spettacolo, della musica e della cultura.
Questi straordinari contributi danno una particolare forza e qualità a questa battaglia di civiltà.
“Impero di polvere”( il più grande processo) , è un’opera di forte impegno civile. La Compagnia Teatrale cittadina, Nuovo Palcoscenico non è nuova a esperienze simili: ricordiamo che, per conto della Provincia di Alessandria, dal 2002 al 2006 ha messo in scena “La risiera di San Sabba” di Renato Sarti, “Se questo è un uomo” di Primo Levi, “L’istruttoria” di Peter Weiss, tutte incentrate sul tema dei lager nazisti.
Un filo conduttore lega queste opere teatrali al nuovo spettacolo: la memoria, innanzi tutto, essenziale per non dimenticare la strage di morti avvenuta nella nostra città e il disastro ambientale creato dall’Industria Eternit. E il tema del giudizio, cioè del processo, il più grande, per reati commessi in materia di lavoro, mai celebrato in Italia: proprio questo processo ha reso possibile lo smascheramento dell’attività delinquenziale svolta dagli imputati.
Si tratta di un lavoro impegnativo che è stato preceduto da una vasta ricerca sulla copiosa letteratura che ha analizzato, in questi anni, la tragica questione, primo fra i quali annoveriamo “Amianto, processo alle fabbriche della morte, di Giampiero Rossi. E, naturalmente, la lettura del corposo dibattimento del processo e le motivazioni della sentenza di primo grado.
Lo spettacolo offre lo spunto per seguire la storia della Eternit nella nostra città, attraverso la ricostruzione fattane nella requisitoria dei Pubblici Ministeri di Torino, una storia, per molti versi, sconosciuta ai più, nascosta per decenni, e che abbiamo sentito necessario portare alla luce proprio attraverso questa rappresentazione teatrale. E’ una storia ambigua, costruita su una segreta politica pianificata scientificamente da parte delle proprietà Eternit, per occultare l’ estrema pericolosità del materiale lavorato in città le cui conseguenze sono note a tutti. E’ una storia di intrighi, di scienziati al soldo dell’industria per propagandare la bontà dell’amianto, quando invece, a loro, ne era nota la cancerogenicità. E’ una storia di spie, assoldate da Stephan Schmidheiny. per seguire i movimenti e le azioni dei principali protagonisti della lotta per la giustizia. E’ una storia di uomini e donne che hanno testimoniato, al processo, le incredibili condizioni di lavoro negli stabilimenti. E’ una storia investigativa da parte dei giudici di Torino che sono riusciti a trovare un’enorme mole di documenti che hanno fornito agli inquirenti prove schiaccianti sulla colpevolezza degli imputati. E’ soprattutto una storia costruita per trent’anni dall’infaticabile lavoro di alcuni nostri concittadini, che mossi dall’ansia di giustizia, hanno reso possibile questo processo.
Lo spettacolo viaggia su due binari paralleli: la fase dibattimentale, in cui si alternano le requisitorie dei P.M. e le testimonianze; e una fase della memoria, in cui vengono rievocati alcuni determinanti episodi di riunioni dei manager e dei proprietari della Eternit, i cui verbali costituiranno prove di accusa nei confronti degli imputati. Il tutto collegato da un giornalista con funzioni di narratore.