Molte sono le domande che ruotano attorno all’aspettativa, uno dei diritti concessi al lavoratore. Infatti, questa può essere richiesta per differenti motivazioni, ma non sempre tutti i lavoratori sono a conoscenza delle possibilità che hanno.
Ad esempio, venendo alle domande più frequenti, possiamo citare: cos’è davvero l’aspettativa? Quali sono i lavoratori che possono farne richiesta? È possibile sfruttare il periodo di aspettativa per dedicarsi allo sviluppo di una propria attività autonoma?
Andiamo a rispondere a queste domande, in modo da chiarire qualsiasi dubbio sull’aspettativa per i lavoratori.
Aspettativa: cos’è?
Partiamo dalle definizioni: l’aspettativa è un periodo concesso ai lavoratori dipendenti nel corso del quale possono assentarsi dal lavoro e non svolgere le loro mansioni, seppur conservando il loro impiego.
Insomma, puoi accedere all’aspettativa e non lavorare, anche per un periodo di tempo medio lungo, senza avere l’ansia di ricevere provvedimenti disciplinari, che potrebbero culminare con il licenziamento.
Quali sono le ragioni per le quali i dipendenti, siano essi del settore pubblico o del settore privato, possono fare la richiesta per avere l’aspettativa?
Ebbene sì, parliamo di motivazioni in quanto questo periodo di assenza dal lavoro non si può ottenere sempre, ma solo in determinate circostanze. Andiamo a scoprirle insieme!
Quando si può richiedere l’aspettativa dal lavoro?
Sono numerose le ragioni per le quali i dipendenti possono accedere all’aspettativa.
La prima ragione è legata al lutto, infermità o gravi motivazioni familiari. Si tratta una delle cause che porta la maggior parte delle persone a chiedere l’aspettativa.
La Legge n.53/2000 differenzia il permesso per lutto o infermità dall’aspettativa per gravi motivi familiari. La seconda, infatti, non viene retribuita, ma può durare fino a due anni.
Ovviamente, per avanzare una richiesta, il lavoratore dovrà presentare tutti i documenti che attestano la situazione di salute del familiare.
Una seconda motivazione per poter richiedere l’aspettativa è data dalla possibilità di assistere familiari portatori di handicap e titolari della Legge 104. Anche in questo caso, vi è la possibilità di sfruttare un periodo di aspettativa non pagato della durata massima di tre anni.
Poi abbiamo l’aspettativa per studio e formazione, un periodo che non viene pagato, nel quale il lavoratore si forma per conseguire un titolo di studio, che può essere un titolo universitario oppure un corso di formazione.
Aspettativa per motivi personali: ecco come funziona
Anche quando parliamo di aspettativa per motivi personali facciamo riferimento ad un periodo che, ovviamente, non viene pagato al dipendente.
In questo caso, il dipendente ha la possibilità di assentarsi dal lavoro per cause diverse da quelle solitamente consentite, come malattia o ferie o comunque differenti dalle motivazioni che abbiamo visto nel paragrafo precedente.
Qualche esempio? Rientrano nei periodi di aspettativa per motivi personali le nozze di un parente, o i lavori di ristrutturazione di un’abitazione.
In questo caso bisognerebbe valutare ogni variabile con un consulente fiscale, come Fiscozen specie se si decide di mettersi in aspettativa per aprire la Partita IVA.
Se ci stai pensando, sappi che con loro puoi ricevere una consulenza gratuita e senza impegno, per poter valutare concretamente le tue possibilità.
Ebbene, per 12 mesi puoi essere messo in aspettativa e potrai decidere di intraprendere la tua avventura imprenditoriale avendo la sicurezza che, se questa dovesse andare male, alla fine dell’aspettativa avresti comunque il tuo lavoro.